interviews
インタビュー

|
album reviews
アルバムレビュー

|
7", 10", 12" reviews
シングルレビュー

|
compilation reviews
コンピレビュー

|
remix reviews
リミックスレビュー

press
プレス

DJ Sprinkles - Midtown 120 Blues
Mule Musiq (2009) Deep House
 
- Fabio Russo


In Ondarock (Italy), January 11 2009.

 

RATING: 8.5 out of 10

There must be a hundred records with voice-overs asking, "What is house?" The answer is always some greeting card bullshit about "life, love, happiness...." The House Nation likes to pretend clubs are an oasis from suffering, but suffering is in here with us.

DJ Sprinkles è l'alter-ego del veterano DJ e artista multimediale Terre Thaemlitz, originario del Minnesota e trapiantato a New York.

Terre l'esteta impavido, l'agitatore esuberante, il lirico sanguinante e romantico, l'intellettuale introspettivo e cupo impasta e libera nella propria tavolozza musicale una serie di avvolgenti composizioni in un campo visivo nitido e illusionista, in cui convivono la semplicitá della forma e un massimo dell'esperienza.

Con la passione e la coscienza di un martire, DJ Sprinkles valica le mura della house e dei dance-floor "addentrandosi" in strada; infondendo nella sua musica una luce tragica, che cala e avvolge ovunque in coltri jazz e fantasmi ambient.

Ascoltandolo, è impossibile non pensare a quel... "blues" citato nel titolo:ハsi attinge dalle radici per riflettere su se stessi, esercitando il sentimento oltre la mera contemplazione. "Midtown 120 Blues" evoca un mondo che è sintesi e racconto di vissuto e anelito d'astratto, integro e calato nella propria realtá storica complessa. "Ball'r (Madonna-Free Zone)" mima gli affanni delle minoranze ("if anybody requested "Vogue" or any other Madonna track, I told them, "No, this is a Madonna-free zone! And as long as I'm DJ-ing, you will not be allowed to vogue to the decontextualized, reified, corporatized, liberalized, neutralized, asexualized, re-genderized pop reflection of this dance floor's reality!").

"Brenda's $20 Dilemma" tesse un jazz-trip oppiaceo, dove tormento ed esaltazione scalpitano nell'uomo e si rivoltano come vulcani nella pelle, e che deragliano tra richiami e tentazioni, grida e incitazioni (la title track, le due "Grand Central"...).

Come un Ulisse ebbro e abbagliato dai richiami tra passato e presente, o una Madama Butterfly consumata nell'attesa, che spasima e arde luce da ogni fibra, Thaemlitz colloca e riversa nell'ampia pasta di suono pulsante echi e balugini, battiti e grida, lapilli mnemonici e singulti killer ("Ball'r", "Sisters, I Don't Know What This World Is Coming To").

Loop, micro-inserzioni strumentali e campionamenti funzionali influenzano l'organismo artificiale ultimandolo, procurandone il soffio vitale, dissolvendone il supporto in un puro, totale stato emotivo. Passando, in piena naturalezza, dalla semplice banale riproduzione artistica all'assimilazione graduale di colori, toni, odori, consistenza della materia.

L'esito, enorme, inopinato, è un congegno che gronda vita in luminescenti drappi nostalgici e fascinazioni decadenti. Un sogno d'infinito ove fuggire, espiare, riposare. Un limbo di screziato naturalismo che allevia e assolve l'abisso di sofferenza.

"Midtown 120 Blues" è più d'una summa artistica, sprigiona un immaginario iconico in perfetta attrazione con l'espressivitá viva e ostentata dal dipinto in copertina. Un'ellissi tra mistero e rivelazione: tanto quanto la musica, quelle dense e opache pennellate rapiscono in sé, avvolgono e bruciano l'ascoltatore nel loro stesso intimo turbine emozionale.